venerdì 16 aprile 2010

Questione immigrati: di cosa si discute in paese

Ci sono due linee di pensiero predominanti quando si parla di stranieri nei bar:
  1. Posizione A: Sono qui a rubare lavoro agli italiani e se non lo trovano delinquono. Com'è che un terzo di chi è in prigione è straniero? Quindi se ne vadano.
  2. Posizione B: Ci sono lavori che gli italiani non vogliono più fare e gli immigrati si adattano e li fanno. Quindi ben vengano. Se sono in galera è perchè hanno avvocati d'ufficio e la clandestinità li fa stare in gattabuia per mancanza di fissa dimora (ai domiciliari dove?) e per la mancanza di un'identità personale certificata (non hanno documenti).

La questione fondamentale è dunque quali siano i lavori che gli italiani non vogliono più fare. A spanne qui un campionario:

- Mungitori di mucche (guadagnano anche 2.000 euro al mese ma i turni iniziano alle 4 e nessuno li vuole fare se non i ragazzi del sub-continente indiano. Fatevi un giretto a Torviscosa per credere)
- Muratori & manovali in cantiere edile.
- Bandanti
- Collaboratrici domestiche
- Panificatori (si alzano alle 2.30 del mattino)
- Operai su monotone catene di montaggio (un giretto a Porcia?)
- Operai siderurgici
- Operai specializzati (saldatori, tornitori, operatori CNC)
- Stagionali agricoli

Impieghi che gli italiani vogliono fare:

- Gli Statali (sulla base del rapporto posti disponibili verso numero di domande. Inoltre meglio se entro 5 km dal comune di residenza).

La questione irrisolta (perchè non abbiamo i dati statistici) è quanti siano i lavori che gli italiani non vogliono fare rispetto al numero di immigrati che effettivamente li vorrebbe fare o li sta facendo già.

Però resta un fatto: ci sono effettivamente lavori che nessun italiano vuole più fare. Anche fare il soldato non sembra essere tanto in voga. Quasi quasi un'idea...

11 commenti:

Ghebreslasie Beraki ha detto...

Possibile che si sia dato il voto a pseudo italiani all'estero che mai hanno visto l'Italia e mai la vedranno (e che magari non parlano neppure italiano) e che chi sta qua e sgobba e magari parla italiano molto bene, debba avere meno diritti di chi sta in Argentina da 3 generazioni? La storia dell'Ascaro Ghebreslasie Beraki è esemplare. Due pesi due misure.

Anonymous ha detto...

La legione straniera Francese e quella Spagnola funzionano così da sempre mentre gli Inglesi hanno i gurkha nepalesi. Se anche l'Italia si dotasse di reparti composti da volontari stranieri si otterrebbero degli indubbi vantaggi. Si potrebbero garantire dei reparti "politicamente" più spendibili in missioni rischiose all'estero (suona brutto ma è così) e dopo toit anni di onorato servizio ci sarebbe la cittadinanza italiana ad attendere i concedanti. Se funziona da altre parti si può provare da noi.

Anonymous ha detto...

Si ma parlate di immigrati o fate battute su progetti irrealistici?

Svizzero ha detto...

Il Sommo Pontefice ha truppe straniere a sua guardia...

Soldati stranieri nell' Esercito italiano ha detto...

Non è nulla di nuovo. Già l'allora ministro Martino l'aveva proposta la Legione Straniera Italiana

Anonymous ha detto...

Al di là dei soldati e delle trovate sensazionalistiche, gli immigrati sono una risorsa o no?

Anonymous ha detto...

Come mai 15 anni fa, e anche meno, certi lavori (elencati sul post) venivano fatti dai residenti e adesso, si dice, sono rifiutati?
Troppo benessere? Trappa assistenza a chi non fa niente?
Come mai in Calabria con il 30% dei giovani senza lavoro c'è la necessità di manodopera straniera?.

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

Abbiamo avuto problemi tecnici ed un commento e' sparito. Se l'autore potesse riscriverlo... grasie e scusate.

Anonimo ha detto...

ma tu lo avevi letto?

Marqualdo ha detto...

Di sfuggita perche' il blog aveva problemi ed eravamo concentrati a trovare una soluzione. Si parlava della dualita' del post che da un lato giustifica l'immigrazione dall'altra imolerebbe truppe di immigrati alla gloria della Patria. Le due cose possono coesistere. Domanda e offerta. La NATO chiede missioni di guerra e noi non possiamo sostenerle se non mascherate da missioni di pace. Una soluzione la si deve pur trovare. Ricordando che l'unico capo di governo italiano che abbia vinto una guerra dal 1918 e' Massimo D'Alema (la guerra del Kosovo) vi saluto.

Anonimo ha detto...

Il 30% di disoccupazione giovanile in Calabria e regioni affini non tiene conto della manodopera criminale e di chi lavora a nero. Sarebbe da fare un'analisi dei conti in banca e calcolare il valore dei depositi pro-capite. Anche se in effetti i proventi del nero o del crimine uno non li mette certo in banca.

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