In Italia, abituati come siamo ad averla comoda, basta che si tocchi l’etá pensionabile o si accenni a toccarla e si scatena il putiferio.
Pensioni baby e secondi lavori in nero è il sogno di tutti gli abitanti della Penisola. Senza contare che con l’innalzarsi dell’etá media della popolazione e quindi con l’innalzarsi dell’etá media dell’ELETTORATO, ci sará sempre più inclinazione a favorire, da parte dei politici, tutele in campo sanitario e pensionistico piuttosto che, ad esempio, l’istruzione che riguarda solo le sempre meno politicamente rilevanti, fasce giovani.
Fa specie che la più giovane pensionata d’Italia sia stata una friulana di soli 36 anni. Fa anche specie che l’ISTAM (Istituto Statistico Morsanico) registri una moltitudine di – più o meno anonime - unitá statistiche che hanno giá vissuto in pensione più anni di quanti abbiano lavorato. Il record è di qualcuno che ha giá vissuto in pensione il DOPPIO del periodo lavorato. Interessante anche che i pensionati in Italia siano la categoria maggiormente rappresentata tra gli iscritti ai sindacati.
Ad ogni modo, è innegabile che la bomba pensioni è un problema: la vita si allunga ma non sembra spostarsi parimenti l’etá pensionabile. Quando qualcuno ha proposto di innalzare l’etá pensionabile sono subito partiti alla riscossa quelli delle eccezioni per i “lavori usuranti” che richiederebbero una pensione anticipata rispetto a tutti gli altri. Manco farlo apposta... l’elenco dei lavori usuranti non finiva mai e dagli usurati "minatori" qualcuno si è allargato fino a imporre come "usuranti" anche lavori quali il "barista".
Bene. Prendendo spunto dalle innovazioni della moderna statistica (vedi gli studi di settore in campo fiscale) appare chiaro che oggi si possono tranquillamente conoscere moltissimi dettagli sulle diverse categorie professionali. Una di questi sicuramente è l’aspettativa di vita degli operatori del settore ovvero quanto vivano in media quelli che hanno fatto un certo mestiere.
Eh si, le statistiche ci dicono quanto vive in media un avvocato o un banchiere piuttosto che un infermiere o un’insegnante o un idraulico e così via. Ebbene, perché non si lascia che sia la natura a decidere quali siano i lavori usuranti e quale sarebbe un’equa etá pensionabile? L’aspettativa di vita ci dice subito se ci si scazza di più a fare il minatore o il barista. O no?
La regola poi sarebbe semplice: si va in pensione ad un'età pari all’aspettativa di vita della propria categoria professionale, sottratti 15 anni.
Un minatore vive in media fino a 73 anni? Beh, etá pensionabile sarà 73-15=58 anni. Un barista vive in media 79 anni? Etá pensionabile 79-15=64 anni. Un impegato vive fino a 80 anni? Pensione a 80-15=65 anni e cosi via.
Che dire, ideona del mese!
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1 commento:
mi pare che in consiglio comunale c'è qualcuna di quelle "unità statistiche"......
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