Barak Obama, che oggi termina la visita di stato in Gran Bretagna, nel suo discorso al parlamento, ha pubblicamente dichiarato che (lo dice la BBC) "There are few nations that stand firmer, speak louder and fight harder to defend democratic values around the world than the United States and the United Kingdom" (essenzialmente: non ci sono nazioni che difendono in maniera chiara e decisa i valori della democrazia nel mondo piu' degli USA e della Gran Bretagna).
Nel suo discorso ha inoltre ammesso che l'Occidente é stato accusato di ipocrisia nel suo fare affari con il Medio Oriente, tuttavia ha ribadito che si devono riconoscere gli interessi nazionali mentre si deve rifiutare la falsa scelta tra i propri interessi e i propri ideali, oppure tra stabilitá e democrazia ("...false choice between our interests and our ideals, between stability and democracy").
Nel suo discorso ha inoltre ammesso che l'Occidente é stato accusato di ipocrisia nel suo fare affari con il Medio Oriente, tuttavia ha ribadito che si devono riconoscere gli interessi nazionali mentre si deve rifiutare la falsa scelta tra i propri interessi e i propri ideali, oppure tra stabilitá e democrazia ("...false choice between our interests and our ideals, between stability and democracy").
Il bar discute e si divide.
Dall'altro lato ci sono i falchi pragmatici che davanti ad uno spritz ti snocciolano una serie di fatti che vanno in favore della tesi opposta: essenzialmente per i nostri interessi nazionali, che vinca Gheddafi o che vincano i ribelli pro-democrazia, non cambia nulla e le cose restano positive come prima.
In effetti da decenni la nostra politica estera la fa l'ENI. (Notasi che c'e' un punto dopo la parola ENI). La Libia ha un lungo rapporto economico con l'Italia e non c'é pericolo che qualcuno si svegli la mattina e venga a sostituirsi all'ENI, questo perché:
- neppure quando Regan bombardó la Libia negli anni Ottanta l'ENI usci dalla LibiaIn effetti da decenni la nostra politica estera la fa l'ENI. (Notasi che c'e' un punto dopo la parola ENI). La Libia ha un lungo rapporto economico con l'Italia e non c'é pericolo che qualcuno si svegli la mattina e venga a sostituirsi all'ENI, questo perché:
- chiunque vada al potere la prima cosa che fa e' pompare petrolio per far entrare immediatamente denaro nelle casse nazionali. Ha quindi senso farlo con le compagnie che conoscono i pozzi ed i bacini petroliferi, oltre che conoscere il modo di fare affarri della nazione
- tutti i contratti sono regolati da arbitrati internazionali e se si rompono, i beni libici all'estero sarebbero confiscati. In questa luce, le quote azionarie del fondo sovrano libico in molte aziende italiane sono una bella garanzia che ci teniamo in casa
I contenuti delle politiche internazionali non sono mai alla luce del sole |
- per trasferire gas in Italia, c'e' dalla Libia un gasdotto sottomarino (il "greenstream") che e' di proprieta' congiuunta dei libici e dell'ENI. Per il gas che passa di li, la Libia riceve un pagamento in moneta sonante dall'ENI pari a 2 o 3 miliardi di Euro all'anno. Chi sarebbe cosí avventato da rinunciare a quei soldi?
- Per il gas (la nostra principale fonte combustibile per alimentare le centrali elettriche) l'Italia fa affidamento sulla Libia, la Russia e l'Algeria; non esattamente tre nazioni stabili e democratiche. Per forza di cose quindi l'ENI ne capisce di politica estera piú di ogni altro, tirera' di certo le leve giuste per risolvere ogni questione strategica che dovesse sollevarsi (per dirla in diplomatichese). Quindi stiamo in 'na bote de fero.
Lo dice Obama: il dibattito tra stabilitá e democrazia é un falso dibattito. Quello vero, é solo quello morsanese.
...che qui continua
1 commento:
perche' queste cose non le dicono ai telegiornali? Ci prendono in giro?
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