Tipicamente il workaolico lavora anche in malattia |
E' una parola composta da "work", lavoro, lavorare e "holic" che denota una dipendenza (es. alcoholic indica un alcolista).
Grossomodo è traducibile con "avere una dipendenza patologica dal lavoro" e indica quelle persone che lavorano come matti, ore su ore e che soprattutto si sentono in colpa se non lavorano tutte quelle ore e se non ci mettono tutto quell'impegno (ergo la patologia).
Insomma, si parla di "Workaholic" quando si indica una persona che in maniera compulsiva lavora duro e per per molte più ore di quelle normalmente definite come settimana lavorativa.
Orgoglio workaolico |
Il lato oscuro dei "workaholics" è che a un certo punto si spezzano e spessissimo si ritrovano con delle malattie dovute agli eccessi dello stile di vita lavorativa: stress, debolezza sistemica, collassi, esaurimento nervoso, vita familiare inesistente o allo sfascio, vita sociale inesistente o allo sfascio.
Insomma, nel lungo periodo rischiano di diventare un costo per l'impresa a causa dei periodi di malattia o morte prematura. Per questo, i "workaholics" sono tollerati se rivestono alte cariche o se sono all'inizio della carriera, altrimenti rischiano di finire sotto la lente degli osservati speciali.
Se sono lavoratori autonomi o professionisti, il carico, ovviamente di lavoro e delle conseguenze è tutto sulle loro spalle.
Così, il morsanese medio che ama raccontare di lavorare 13 ore al giorno, altro non è che un workaholic.
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