domenica 13 giugno 2010

L'incontro di Santa Margherita Ligure visto con occhi Morsanesi

Di che cosa s'é discusso al 40° Convegno di Santa Margherita Ligure dei Giovani Imprenditori di Confindustria?

L'11 e il 12 giugno 2010, presso il Grand Hotel Miramare, le proposte piú significative sono state quelle che ruotavano attorno al discorso "riforme". Peró, visto che di riforme tutti parlano in maniera generica, si é voluto far emergere alcuni punti precisi sui quali intervenire:
- meno burocrazia: troppi tempi di attesa con la pubblica amministrazione. Avviare un'impresa richiede 80 autorizzazioni e costa 5.000 euro contro 350 euro della Francia. Siamo al 78esimo posto nella classifica internazionale della facilitá di fare impresa, nettamente dietro a tutte le nazioni piú avanzate.
- fisco piú leggero: la pressione fiscale sulle imprese é del 33% contro una media Europea del 23%. C'é grande attesa per lo Statuto delle Imprese, attualmente in preparazione alla camera, che proporrá un limite alla tassazione alle imprese, l'impossibilitá per lo Stato di pretendere pagamenti se é giá debitore di un'azienda e l'uso esteso del silenzio assenso nei rapporti dello Stato con le imprese.
- infrastrutture migliori per sostenere le aziende, dalle strade alla connessione a banda larga.

- Revisione dell'articolo 75 della costituzione per rendere abrogabili, tramite referendum, anche le leggi tributarie affinché i cittadini possano controllare direttamente la destinazione delle tasse che versano.

- Mirare al pareggio di bilancio per le amministrazioni pubbliche.
Interessante vedere come sia una donna ad essere a capo dei giovani industriali, Federica Guidi, nonostante ci si lamenti che l'Italia non dia spazio alle donne. In Confindustria non sembra proprio essere cosí. Anzi.
Tra i piú interessanti é stato l'intervento di Giuseppe de Rita, presidente del Censis che ha discusso la capacitá del "Sistema Italia" di reggere la crisi. Secondo De Rita, di fronte alla crisi é scattato il modello di vita italiano che vede in primo piano il ruolo della ricchezza delle famiglie. Ricchezza che tradizionalmente si fonda su: piccola impresa manufatturiera con lavoro flessibile, una quota di lavoro nero, proprietá della casa, grandi risparmi familiari, welfare di base familiare, localismo e coesione sociale locale. Di fronte alla crisi si é risposto giocando su queste basi: piú localismo, piú soldi prelevati dalle famiglie, la proprietá delle casa salva dalle bolle immobiliari e via dicendo. La mentalitá é reattiva e adattativa e non proiettata al futuro: il "modello di vita italiano" non é un modello di crescita, é un modello di protezione. Si puó forse replicare per altre occasioni ma non puó reggere nel lungo periodo.
Che fare dunque? Unire in rete le imprese, ridurre i costi, ridurre la pressione fiscale (e l'evasione) e attuare le riforme di cui sopra.

2 commenti:

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

14.06.10 14:08:40 Mediaset com Italia xxx.xxx.xxx.xxx Explorer 7 Windows XP

Un saluto a chi ci visita da lá...

Anonimo ha detto...

Interessante leggere dopo 4 anni l'intervento di De rita. Nel dicembre 2014 nomina il figlio ad a direttore del CENSIS

Post più popolari di sempre

Post Più Popolari negli Ultimi 30 giorni

Post più popolari questa settimana

Prezzo dell'Oro

Statistiche del Comune