lunedì 24 ottobre 2011

Lezioni francesi di lotta alle tirannie: Gheddafi al camposanto e a Parigi le ville di dittatori Africani



In bar a molti girano le palle a sentire le storie dei francesi che si sarebbero buttati sulla Libia per salvare il popolo libico dalle angherie di Gheddafi. Sulla carta non fa una piega ma in zona spritz tutti, ma proprio tutti, pensano che la mossa di umanitario abbia avuto ben poco e che i bombardieri Rafale che hanno fatto saltare in aria il convoglio di Gheddafi, fossero lì per un disegno economico della Francia e non per ragioni umanitarie. Insomma, si scrive intervento a favore delle aspirazioni democratiche del popolo ma si legge petrolio.

Considerazioni qualunquistiche si dirá.

Forse. Però fa specie che nell’VIII arrondisement (16mo) di Parigi, con preferenza per Avenue Foch, vivano nell’ordine:
-          Teodoro Obiang, presidente dal 1979 della Guinea Equatoriale, una nazione che ha petrolio ma dove la gente ha un reddito giornaliero di solo 1$ e dove un bambino su cinque muore prima di raggiungere i 5 anni. Il figlio di Obiang lo si vede anche alle aste d’arte pregiata ed ha una bellissima collezione di auto pregiate (per questioni a margine la polizia francese gliene ha sequestrate 11 da Aston Martin a Bugatti).
-          Denis Sassou Nguesso, che governa il Congo-Brazzaville, di proprietá in francia ne ha 18 e ben 112 conti bancari. I suoi familiari vivono nella periferie chic parigina di Courbevoie.
-          La famiglia Bongos che governa il Gabon dal 1967 ha ben 39 proprietá in Francia. Naturalmente una in Avenue Foch costata, dicono i ben informati, ben 18 milioni di euro.
-          Paul Biya, presidente-padrone del Camerun dal 1982 che ha da anni casa a Parigi
-          I familiari del deposto despota della Tunisia, Ben Ali-Trabelsi hanno casa a Parigi
-          “Baby Doc” Duvalier, giá dittatore di Haiti, aveva una comoda residenza in cittá, almeno fino a che aveva i soldi per mantenerla.

Il tutto è testimoniato da Daniel Lebègue, capo di Transparency International in Francia. C’è poi la magagna delle dichiarazioni dell’avvocato-faccendiere Senegalese Robert Bourgi, che di recente ha accusato Jacques Chirac di aver ricevuto milioni di euro dai leader-despoti africani, per la sua campagna elettorale. L’avvocato senegalese s’e’ beccato una querela per diffamazione ma l’inchiesta va avanti mentre Chirac continua a vivere nella casa parigina sul Quai Voltaire di proprietá del defunto ex primo ministro del Libano Rafiq Hariri.

Cari amici umanitari francesi, come disse un grande pensatore morsanese, “par mená le bighe a un di Morsan, iulin mans tant grandis”.

PS e a Londra succede la stessa cosa 

5 commenti:

''biens mal acquis'' ha detto...

Trois chefs d'Etat africains pourraient répondre devant la justice française d'accusation de prédation commis au détriment de leur peuple. Juridiquement incertaine, politiquement explosive, l'affaire des ''biens mal acquis'' a rebondi, mardi 5 mai, lorsque Françoise Desset, doyenne des juges d'instruction du pôle financier de Paris, a jugé recevable la plainte pour ''recel de détournement de fonds publics'' visant les présidents Omar Bongo du Gabon, Denis Sassou-Nguesso du Congo et Teodoro Obiang de Guinée équatoriale. Conséquence : une information judiciaire peut être ouverte.

Super Cars ha detto...

le macchine gliele hanno sequestrate proprio perche' si sospetta ottenute con fondi statali della Guinea Equatoriale.

Anonimo ha detto...

non dimenticate che Cesare Battisti é stato protetto dalla Francia prima di scappare o di essere lasciato scappare in Brasile. Che cazzo ridono non s'e' capito.

Anonimo ha detto...

Ridono del popolo che non siamo! Ed hanno ragione.

Anonimo ha detto...

Guai a tocjaus SIlviuti eh?

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