Il che sottintende cercare di smussare gli angoli e cercare di esaltare gli aspetti positivi del capo, anche se dovesse confondere una vittoria di Napoleone con una sconfitta, come capitò ad un noto manager della Telecom.
Non è facile parlar bene delle persone o guardare in prevalenza gli aspetti positivi degli altri, lo dimostra il fatto che per gli scrittori è più facile creare personaggi perfidi che personaggi benevoli (Le difficoltà di Dostoevskij, Cervantes e Manzoni nel descrivere il bene). Così è più facile buttarsi a capofitto nel gossip, nel pettegolezzo, nel sottinteso.
Nei piccoli paesi si sa, visto che non ci passa molto, si tende e riempire il tempo come i fagioli (si tabae par daur) però ora c'è la scienza ad allertare le beghine e pettezars de noantri sui rischi per la salute. Un gruppo di psicologi americani della Wake Forest University ha pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology il risultato di una ricerca sulla personalità di chi sparla (ripreso anche da Corriere Salute: A pensar bene forse non si indovina, però si vive molto più felici). La conclusione è che la percezione che si ha degli altri rivela molto della personalità di chi li percepisce.
In altre parole, chi tende a percepire gli altri negativamente e quindi a parlarne male, fondamentalmente giudica negativamente se stesso. Secondo i ricercatori, questo è sottolineato dal fatto che queste persone tendono ad essere affette da tratti di personalità negativi, come narcisismo, comportamento antisociale e finanche depressione.
"A parlare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina" Ma a pensar bene forse non si indovina, però si vive molto più felici... |
Per contro, chi ha una percezione degli altri fondamentalmente positiva, tende ad essere più gioviale e in linea di massima ha un’indole più amichevole e risulta più soddisfatto della propria vita.
Ovviamente essere sempre e comunque ottimisti rispetto agli altri è una condizione pericolosa che non si riscontra in nessuno perché i rischi sono di abbassare la guardia mettendo a rischio la propria incolumità e questo l'istinto di sopravvivenza non ce lo perdona. Però sembra scientificamente appurato che il discredito sistematico degli altri sia indice di una patologia comportamentale che manifesta problemi psicologici che alla lunga accorciano la vita.
Pare quindi che in America abbiano spiegato la ragione per la quale quaggiù non si campa fino a 100 anni...
4 commenti:
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