martedì 25 ottobre 2011

Holy Spritz: dell'intervento del Vaticano sulla crisi finanziaria mondiale

Antonio Caprarica, due settimane fa a Londra
mentre presente il suo libro
"C'era una volta in Italia"
Ieri sera di cosa s'è parlato in bar? Ovviamente, dopo il documento diramato dalla Santa Sede sul tema del liberismo, sono partite le discussioni pro e contro il documento (Il Vaticano: «Liberismo causa della crisi, serve un governo mondiale»).

Le masse popolari in Italia non sono mai state liberali (e mai lo saranno) e tanto meno liberiste, per cui ogni dichiarazione che vada contro il "liberismo" è po' un come arrivare in osteria e gridare "evviva la figa (e chi la spisiga)!". 

Consensi assicurati e pure bipartisan.  

Felici i leghisti e i sindacalisti di tutte le sigle perchè è ora di finirla con questa globalizzazione ed apertura dei mercati che porta via lavoro ai nostri operai e con questi attacchi alle pensioni che intaccano i diritti acquisiti della povera gente; contenti a sinistra perchè le teorie liberali significano "neo-liberismo" di Bush & C. e puntano solo agli interessi di pochi, isitgano allo scontro sociale e si imbarcano in conflitti all'estero a scapito delle masse popolari; contenti a centrosinistra perchè va rimarcato il ruolo centrale dello Stato nella visione socialdemocratica della vita economica, come motore della redistribuzione contro ogni spinta personalistica tipica di un capitalismo senza regole; contenti i berlusconiani perchè è ora di finirla con queste teorie liberali che puntano tutto sulla libera concorrenza anche nell'editoria televisiva e teorizzano il ridimensionamento degli ordini professionali per favorire il libero mercato e pure contenti i neo-fascisti perchè il governo dell'oro e della mercificazione si contrappone alla società dei popoli e delle patrie.

Insomma, un bel "evviva la figa" bipartisan.

Ora, a seguito di questo documento Vaticano, sarebbe troppo facile, semplicistico e qualunquistico riportare i commenti fatti in bar sullo IOR, sui privilegi fiscali o sulla tradizione illiberale dello Stato della Chiesa. 

Caso vuole che però il popolo del bar sia composto da faciloni, sempliciotti e pure qualunquisti... 

Così s'è ricordato che i dipendenti del Policlinico Gemelli, essendo l'ospedale di proprietà vaticana (privilegio di extraterritorialità), lavorano esentasse. O meglio, lavorano a Roma ma le alte trattenute italiane non sono tenuti a pagarle. Non pagano certe tasse neppure gli ostelli e soggiorni vacanze gestiti dagli ordini religiosi che fanno concorrenza agli alberghi privati ma possono offrire prezzi più vantaggiosi.

Andando un po' di anni indietro, qualcuno ha citato quanto Caprarica scrive nel suo libro a proposito di papa Gregorio XVI che, iniziato il pontificato nel 1831, ebbe delle strane idee sulle ferrovie di cui bloccò la costruzione nello Stato della Chiesa. Per questo si ebbe il primo treno da Napoli a Portici, poi nelle regioni centrali nulla e quindi le ferrovie al Nord. Con buona pace dello sviluppo dei trasporti verso il Meridione. Gregorio XVI ha anche responsabilità indirette sull'arretratezza, nell'Ottocento, della medicina in Italia quando impedì lo svolgimento di congressi medicioccasione per discutere di cose mediche e aprirsi alle idee che ormai avevano preso piede all’estero, spaventato all’idea che questi diventassero congressi di liberali e sovversivi


Caprarica menziona anche Pio IX che, iniziò il suo pontificato nel 1846 animato da idee liberali (concesse pure la costituzione) ma finì a Gaeta attapirato a bestia e illiberale che metà basta tanto da favorire pure un'esecuzione di un prete patriota italiano catturato dagli austriaci, prontamente sconsacrato per permetterne l'esecuzione. Insomma, Pio IX mette a morte i "liberali" e ordina pure incursioni della polizia morale nelle alcove sospette di immoralità. Ma sono cose vecchie (Ahmadinejad però deve aver preso nota).

Interessante, sempre secondo i faciloni del bar, è lo IOR. Senza tornare su Marcinkus & friends, a settembre 2010 si scopre un trasferimento di 23 milioni dalla sede romana di una piccola banca a cura dello IOR verso due banche estere. Secondo le norme anti-riciclaggio si dovrebbe dichiarare la provenienza della cifra cosa che non succede. Per approfondire vedi il Fatto Quotidiano (Ior, confermato il sequestro dei 23 milioni di euro) e Il Giornale (Ior, la Procura dissequestra 23 milioni di euro). Poi finisce a taralucci e vino ma l'affare solleva qualche perplessità anche perchè i soliti maligni ipotizzano che qualcuno avesse voluto testare il sistema in vista di futuri trasferimenti più consistenti. Ma sono solo dicerie. 

Per dovere di cronaca, noi blogger riportiamo quello che s'è detto in bar e ci dissociamo completamente dai contenuti delle discussioni. Anzi, crediamo che la cultura liberale sia nociva per lo sviluppo della società e degli individui, ed aggiungiamo che se a qualcuno non va bene, se ne vada pure a Londra negli inferi della City tra quegli scomunicati luterani senza Dio. 

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Scusa, ma sei sempre in bar?

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

come tutti...

Anonimo ha detto...

condivido che in Italia i liberali non esistono e pure la visione liberista dell'economia non ha seguaci. Concordo che attaccare il liberismo in Italia è un obiettivo facile quindi.

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