venerdì 6 agosto 2010

Morsano Imprenditoriale: Borse per la Spesa "Griffate"

Dei danni provocati dai sacchetti "usa e getta" di plastica ne avevamo parlato tempo fa. Dal 2011 queste comuni borse della spesa di nylon, in quanto altamente inquinanti, saranno vietate per legge: mancano 4 mesi ed e' tempo di pensare agli scenari possibili dopo il divieto e pensare come far soldi.

Verosimilmente si puo' ipotizzare che i famelici sacchetti di nylon verrano sostituiti da:

  1. borse di plastica robusta
  2. borse di carta
Le due opzioni non si escludono a vicenda ed anzi, é verosimile che coesisteranno perché, mentre la borsa "robusta" é per chi fa spesa abitualmente, quella di carta é per la spesa occasionale. Ad esempio, se ci troviamo in ferie in montagna, nella spesa nel negozio del paesino sperduto non ci porteremo dietro la borsa robusta ma ogni giorno chiederemo una borsa di carta.

Il discorso si fa caldo attorno proprio alla borsa rigida. Tra casalinghe, colf e gente che vive da sola possiamo stimare che in Italia ci siano circa 30 milioni di persone che facciano la spesa regolarmente o se vogliamo, 30 milioni di potenziali acquirenti di "borse robuste riutilizzabili".

Le borse rigide riutilizzabili esistono in commercio da decenni ma, non sono mai diventate un prodotto di massa. Anzi, l'immagine che hanno é quella di un prodotto sfigato per anziane signore. Dal prossimo anno questa percezione dovrá cambiare per forza di cose.

Se al mercato rionale continueranno a vendere le borse per la spesa, bruttine e da pochi euro, la grande distribuzione si sta attrezzando con offerte meno "da siore Catine" e piú da mercato di massa. Non a caso si possono trovare delle borse della spesa rigide e riutilizzabili anche all'IKEA e negozi affini.

Quello che manca é il tocco di classe; la borsa per il segmento alto del mercato delle signore che fanno lo shopping per la casa.
La giovane manager che scende in negozio a prendere la cena macrobiotica, l'avvocatessa o la commercialista che rientrando dall'ufficio passano al supermarket, la giovane studentessa modaiola che fa le compere, la siura paesana - moglie del facoltoso cummenda - che passa a prendere i cetrioli e via dicendo. Che borsa diamo a questi segmenti di mercato?

Qui scattano le opzioni imprenditoriali.


Ovviamente non si tratta di far concorrenza a chi vende borse made in China a "siore Catine" né al grande magazzino che offre le borse con il logo aziendale o le borse vagamente colorate. Bensí si tratta di offrire qualcosa di esclusivo ed innovativo per un 5-10% del mercato (su 30 milioni si parla di un potenziale bacino clienti di circa 3 milioni).



Potrebbero esserci borse personalizzabili con immagini fotografiche a piacere, o immagini "cool" di cittá "cool" come New York o Parigi. Poi ci potrebbero essere delle borse della spesa di stoffa "griffate" con loghi delle grandi firme della moda. Qui siamo tra la gran cagata e la gran figata. Certo che tutto dipende da cosa faranno D&G in materia ma mettere in piedi una rete di produziuone e distribuzione da griffare in seguito, in questo momento, darebbe un certo vantaggio competitivo.
Poi ci sono le borse in stoffa (vedi immagine) che potrebbero interessare una buona parte di quel 5-10% di mercato di cui sopra. Borse cucite a mano, lavabili e personalizzabili a richiesta con un ricamo o un logo. Ci sarebbe la soliditá e l'esclusivita' di un prodotto per sua natura povero ma reso un piccolo bijoux da mani artigiane.

A spanne, vendendo a 20+ euro a borsa indirizzando 3 milioni di clienti potenziali in Italia, le prospettive di mercato sono di circa 60 milioni di euro.

Se poi si vende on-line... i giochi sarebbero aperti.

Nota: nelle foto una borsa della spesa di stoffa, realizzata a Morsano.

1 commento:

Borse da striscioni ha detto...

guardate cosa hanno fatto qui: https://pbs.twimg.com/media/BhPvt9QCEAEAy9D.jpg:large

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