domenica 22 agosto 2010

Spritz Healthcare: Del Colesterolo e delle Sagre Paesane ovvero drammi umani che lasciano il segno

Il vento delle polemiche sta montanto ferino e si prepara a soffiare. Ma a ferie finite, naturalmente.

Per ora, ci limitiamo a parlare di cose tipicamente agostane e leggere, come ad esempio il rischio di morte per infarto, ictus, embolia, senza contare le malattie coronariche indotte spesso da livelli di colesterolo alti o i problemi di natura epatica figli delle bizze di quei simpatici enzimi conosciuti come transaminasi. Insomma, tanta sbiricuda primario come fosse antani ASL numero sette il paziente piace a fette ma alle blogger caso strano il paziente piace sano.

Dunque qui il busillis:

  • Assioma 1 - Siamo praticamente tutti sovrappeso
  • Assioma 2 - I grassi saturi e i fritti fanno malissimo
  • Assioma 3 - Alle Sagre paesane su 10 pietanze, 9 sono fritti o carni grasse. Solo 1 non é un fritto o una carne grassa (la pastasciutta o gnocchi)
  • Teorema: Chi non vuole mangiare i temibili fritti o le carni grasse, non ha vie d'uscita alle Sagre paesane.

Infatti questo é il dramma umano dei giorni nostri. Se si tiene un po' alla linea (se non per ragioni estetiche, per la salute) nelle sagre non c'é speranza: non esistono verdure miste alla griglia o verdure crude o fagioloni alla scoregiona o spiedini di frutta o comunque cibi ipocalorici. I fritti di pesce, le verdure impanate e poi fritte, le salcicce alla griglia, la pancetta alla griglia, le patatine fritte (da surgelate) sono le tipiche offerte dei chiosci di paese.

Si potrebbe dire "vabbeh, una volta nella vita, pur di sostenere le iniziative paesane, spendi due lire per comprarti i temibilissimi calamari fritti e non rompere le palle".

Ma questo non é il punto. In un mondo sempre piú attento alla linea ed ai livelli di colesterolo, siamo sicuri che in automatico non si stia escludendo dalle libagioni festose una quota sempre piú consistente di consumatori?

Quelli, per capirci, che prendono un piatto di pasta e basta perché il resto, per quanto delizioso, sarebbe terribile per il loro organismo. E non tanto per il fritto in se ma anche perché é un fritto fatto in un contesto dove é impossibile monitorare la qualitá dell'olio usato (é fresco o é esausto? Lo cambiano spesso o no? Eppoi chi verifica?).

Nelle sagre, giustamente, si cerca di fare utile per fini nobili e quindi si tagliano i costi su tutto a scapito, in molti casi, della qualitá dell'offerta. Tanto il cliente paga comunque perché spinto dalla voglia di contribuire alle finalitá della Sagra. Ma per questo ci sono la tombola, la pesca di beneficenza, le lotterie... peró il palato vorrebbe la sua parte e qui non ci siamo.

Su questi ragionamenti s'é divisa la platea morsanica in visita ad una sagra qui vicino:

- VA BENE OFFRIRE SOLO FRITTI: é giusto offrire i soliti fritti che tanto alla sagra ci mangi una volta e poi fai dieta il resto dell'anno. Eppoi i fritti sono sfiziosi e piacciono ai piú. Inoltre costano poco, sono piú igenici da preparare (l'olio bollente igienizza tutto) ed assicurano alti margini;

- CI VORREBBE UN MENU' VARIEGATO: é sbagliato non avere un'offerta consistente di piatti non fritti perché effettivamente si esclude una quota sempre maggiore di potenziali consumatori (leggi "contributori alla causa"). Sarebbe opportuno sviluppare comunque due menú paralleli: un menú di fritti ed un menú variegato di verdure e prodotti non grassi.

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