lunedì 19 settembre 2011

Prevenire il Vandalismo: La teoria della Finestra Rotta

La "teoria delle Finestra Rotta", nell'originale inglese "broken window theory", non è una castronata. Si tratta della teoria elaborata dai criminologi James Q. Wilson and George L. Kelling nel 1982 e messa poi in pratica, con successo, in diversi contesti tra i quali la famosa "Zero Tollerance" (tolleranza zero) del sindaco di New York, Rudy Giuliani.

La teoria è evidenziata nel libro "Freakonomics" dove tra il serio ed il faceto si cerca di trovare delle relazioni tra fenomeni economici e sociali apparentemente non correlati. Anche il serissimo libro "Toghe Rotte" del procuratore aggiunto presso la Procura di Torino ne parla dedicandogli un intero capitolo ("La teoria della finestra rotta", pag 82-93).

Ma di cosa si tratta?

La Teoria della Finestra Rotta indica una forma di gestione del territorio in cui non vengono tollerate le piccole trasgressioni che, se trascurate potrebbero generare fenomeni di emulazione.

La teoria prende il nome dalla constatazione che, quando in un edificio si lascia una finestra con i vetri rotti, dopo qualche tempo i passanti romperanno a sassate pure i vetri delle altre finestre perchè quel danno, anche se piccolo, conferisce a quell'edificio un'aria di abbandono, di incuria, di disinteresse che incoraggia, in un certo senso legittima, ulteriori danneggiamenti.

In base a questa teoria, Rudolph Giuliani, per contrastare stupri, rapine ecc. decise di incrementare significativamente il numero di... controllori dei biglietti sui mezzi pubblici (!). Questo perchè, se si dava l'idea di controllare le piccole trasgressioni si sarebbe bloccato sul nascere il senso di generale abbandono e insicurezza. Alla fine lo sforzo diede i suoi frutti, lasciando di stucco tutti: l'aumento dei controllori fu un elemento importante per ridurre i crimini più gravi!

A scanso di equivoci, ci sono effettivamente studi serissimi che confermano la validità della teoria della finestra rotta.  

Così, anche nelle piccole comunità, il vandalismo è incoraggiato dalle manifestazioni di disinteresse da parte dei proprietari di fronte a danneggiamenti anche piccoli. Una scritta sui muri non prontamente pulita genererà altre scritte. Un vetro rotto non tamponato o rimpiazzato, genererà altri vetri rotti, e così via.

Seguendo questa teoria, chi amministra luoghi pubblici dovrebbe porre rimedio agli atti di micro-vandalismo entro tempi brevissimi, chi ha in gestione beni pubblici dovrebbe fare altrettanto, chi è proprietario di edifici danneggiati dovrebbe sempre tamponare i danni e così via. 

Se molli, il vandalo ci riprova.

Se ha funzionato a New York, funzionerà pure nei piccoli paesi. O no?

5 commenti:

Rudy ha detto...

Le persone tendono ad adeguarsi, avvicinarsi, preferire situazioni, persone o luoghi a loro stessi affini e se impossibilitati a scegliere tendono a cambiare per uniformarsi. Per cui creare un ambiente di un certo tipo: con finestre rotte, per esempio, porta la comunità attigua a distruggere, un ambiente invece ben curato porta la comunità (anche quella non naturalmente "curata") a curare l'ambiente che la circonda. Estendendo il concetto ai comportamenti: una persona aggressiva porterà i "vicini" ad essere aggressivi, una costruttiva stimolerà gli altri ad esserlo altrettanto e così via.

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

Avete mai notato che certi argomenti polarizzano i lettori? Tanti sono quelli che dicono che il post e' una "cagata pazzesca" e tanti sono quelli che ritengono che sia "interessante" o "eccezionale". A onor del vero, di solito i "cagata pazzesca" sono 2 mentre gli "eccezionale" tendono ad essere sempre di piu'. Resta che molti argomenti lasciano i lettori in una posizione neutrale o indifferente mentre ci sono post che polarizzano la reazione. Interessante no? O e' una cagata pazzesca?

Anonimo ha detto...

questa teoria può essere utilizzat per molti scopi specie in ambito urbano, come dice Rudy,non solo per tener lontano i vandali; se il mio quartiere è ben tenuto o la casa del vicino non ha finestre rotte, io sono portato, anche psicologicamente, a darmi una mossa e a uniformarmi verso un modello "positivo" e coerente; spesse volte le finestre rotte sono in capo al "pubblico" dei nostri paesi o da esso condizionate,e in questo caso è il municipio che deve essere strigliato e "comedato". Mauri.

Anonimo ha detto...

In molti se ne fregano della cosa pubblica: basta la poltrona e sono felici. Pulire si fa fatica!

Anonimo ha detto...

il post scoccia a qualcuno?

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