L'osteria è subito entrata in subbuglio.
Mentre di gente con la lupara e coppola che suona lo scacciapensieri in piazza non se ne vede, chi più chi meno, tra gli avventori dell'osteria aveva da raccontare la sua storia di mafia (vera o presunta). Storie sentite raccontare dai protagonisti o da amici di amici. Si va da chi ha sentito ad una riunione nazionale di agricoltori, di colleghi laziali costretti a vendere i raccolti alla camorra ai prezzi più bassi dei prezzi di mercato (o così o il grano non te lo comprava nessuno), a chi ha sentito raccontare di pizzo pagato alle cosche per commesse di lavori a Milano, a chi ha sentito dire di grosse aziende del nord, impegnate al sud in zone ad alta densità mafiosa, che pagano un intermediario "di giù" per non avere problemi nei loro cantieri, a chi ha notato strani acquisti di vecchi casolari della nostra zona da parte di personaggi con l'accento di "fuori regione" che pagavano prezzi stranamente più alti del valore di mercato per poi lasciare i ruderi inutilizzati per anni, a chi paventa riciclaggi di denaro sporco con investimenti in ristoranti, impianti di risalita in montagna, video poker, centri commerciali, usura ecc. Anche le grandi opere pubbliche sarebbero interessate da infiltrazioni, sempre secondo i soliti ben informati con lo spritz in mano...
Il bar è il bar e quindi si fanno discorsi da bar. Però ci sono degli elementi di preoccupazione, il primo tra tutti è che... non c'è preoccupazione.
Nei media regionali, ci sono fior fiore di relazioni su quanto siamo sicuri, su quanto si vive bene, su scambi di targhe e onoreficenze tra il comandante del reparto X e il sindaco della città Y, tarallucci, vino e tanto volemose ben che va tutto ben.
Il che preoccupa.
Preoccupa perchè il silenzio non quadra neppure all'avventore medio di qualsiasi bar della bassa friulana. Prendete l'emigrazione clandestina. Si dice che sia gestita da criminalità organizzata e tutta l'attenzione è sugli "sbarchi" a Lampedusa e in Puglia. Quello che non si dice è che la Caritas stima che solo il 20% arrivi dal mare mentre l'80% dell'immigrazione clandestina arriva via terra (e pure l'Economist è d'accordo). Ora, non serve molto per capire che in Italia gli immigrati non arrivano dall'Austria o dalla Svizzera. Anche ammesso che una parte passi dalla Francia, è evidente che la maggiorparte arriverà dall'asse Grecia-Puglia oppure Balcani-Friuli. Preoccupa che non ci siano storie sulle cronache giudiziarie di maxi fermi di organizzazioni criminali che gestiscono il passaggio di clandestini attraverso il Friuli. Suona molto strano.
Stessa cosa per i traffici internazionali di droga e armi. Com'è che non si sente mai di maxi sequestri in Friuli Venezia Giulia?
Aggiungiamo i grandi appalti. Ci sono grosse aziende friulane che davanti alla stampa sono tranquillissime, mai un'ombra. Poi scopri, tramite una battuta dell'operaio, dell'impiegato, o dell'amico che conosce uno che lì ci lavora, che l'ex dirigente è sotto scorta, che un manager è stato minacciato da loschi figuri e via dicendo.
In regione, le operazioni di polizia di cui si sa, di solito riguardano o il recupero di auto rubate, o il fermo di cuccioli importati dall'est Europa illegalmente, o operazioni che portano alla cattura di relativamente secondari intermediari della droga. Di grosse magagne degne di "Scarface" nulla. Silenzio e qualche fulmine a ciel sereno tipo il procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Milano, Antonio Spataro che dice «La ndrangheta c è anche nel Nord-Est» o dell’Associazione nazionale funzionari di polizia che dice che "Emergenza denaro sporco, nel riciclaggio la provincia di Udine ai vertici in Italia" o di notizie di cronaca tipo "Mafia, arrestato a Cervignano: lavorava in trattoria". Senza contare che secondo il procuratore nazionale antimafia, Aldo Grasso, la "mafia non è piu' coppola e lupara" ma fatta di uomini d'affari insospettabili che frequentano i salotti dell'alta finanza. Ma da noi, di studi professionali conniventi, di politici venduti, di imprenditori collusi, non s'è mai sentito nulla.
In bar la questione s'è divisa tra una manciata di innocentisti (Friuli oasi felice) e un buon numero di colpevolisti (Friuli impestato dalle mafie nel silenzio generale).
...e il dibattito continua.
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Link
La Mafia nel Nord
19 commenti:
Morsano chiama, Gonars risponde. Il nuovo giornale Corsia d'Emergenza sbarca nel Dibattito Morsanese!
E' vero! La nostra regione è estremamente silenziosa per quanto riguarda le questioni criminose. Che dire degli 80 beni immobiliari sequestrati nel giro di un anno e mezzo solo in Friuli?
http://www.omicronweb.it/2010/07/05/mafia-maroni-in-friuli-venezia-giulia-sequestrati-80-beni-per-15-milioni/
Per chi pensa che la mafia sia un fenomeno nuovo nel nordest, vorrei ricordare la vecchia Mafia del Brenta di Felice Maniero che spesso spadroneggiava negli anni 80 anche in Friuli. Tra l'altro non tutti sanno che il boss Maniero, autore di omicidi, evasioni e rapine è tornato libero proprio alcuni mesi fa. Ora sotto falso nome potrà dedicarsi alla sua nuova attività di imprenditore......
E infine vorrei ricordare il caso dell'omicidio Prosperi, proprio nella zona di Malisana. Anche qui se ne sa ben poco e in molti preferiscono non parlarne. In questo link trovate una bella inchiesta in proposito, che sottolinea l'omertà friulana. Troverete tutto in fondo pagina.
http://maxmauro.wordpress.com/inchieste/
Dal 1994 il lavarianese Luigi Grimaldi pubblica reportage, inchieste e libri sulla mafia e sul traffico di armi (in Friuli e al Nord). La materia non è nuova, ma viaggia come un fiume carsico e, dunque, è difficile il radicarsi di un punto di vista e di una coscienza critica.
Mauri.
http://www.repubblica.it/cronaca/2014/06/08/news/roberto_saviano_ndrangheta_nord-88359051/?ref=twhr&utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter
Dicembre 2014 Mafia Capiatale arriva anche a Pordenone: sequestrati immobili riconducibili a Guarnera
Maxi operazione della guardia di finanza. Sequestrati in varie città beni per 100 milioni, tra società immobili, imbarcazioni auto e soldi
La presidente della commissione antimafia parlando del friuli a giugno 2015 ha detto che ci son segnali inquietanti che il Friuli dovrebbe cogliere prima che sia troppo tardi.
Ecco cosa c'e' sotto le coperte http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2016/05/19/news/mafia-affari-e-l-attentato-al-giudice-di-mmtteo-sequesti-a-udine-e-palermo-1.13501914?ref=hfmvudea-1
Maggio 2016
L'economist dice che la mafia a Perugia s'è diffusa perchè ci son mafiosi rinchiusi nei due carceri di massima sicurezza e i parenti si son fiondati nella zona inquinando quindi il tessuto solciale. Se arrivano in centro italia vuoi che non arrivino attorno al carcere di Tomezzo? http://www.economist.com/news/europe/21636046-italian-mobsters-have-spread-south-northward-mafia-middle
Esclusivo: le mani della ’ndrina in Fvg su droga e armi, ora ci sono le prove
Giuseppe Iona accusato di essere il boss del clan a Monfalcone. Gli investigatori dell’antimafia lo hanno interrogato a Trieste
Dal Messaggero veneto del 16 giugno 2017:
Riciclavano i soldi della mafia in Friuli: condannati
Camillo Graziano e Ignazio Di Maria gestivano in regione attività edili. Il Tribunale di Palermo ha inflitto 15 anni ciascuno
Questa notizia la abbiamo appresa qualche ora dopo che un ufficiale delle forze dell'ordine ci ha confidato che il Friuli è una regione con forti infiltrazioni mafiose e che il tenore di molti professionisti e imprenditori è decisamente sopra le proprie possibilità.
Incredibile caso di caporalato con ramificazioni a pordenone. Cose da sud italia che succednono anche a Pordenone? Qualcosa non quadra!
Mafia, sequestro in un'azienda di Palmanova. L’accusa: è legata ai Corleonesi
La guardia di finanza di Catania ha confiscato il 50% della “Zenith Industries Srl”, azienda del settore finitura dei tessili. Altre sette società nel mirino della magistratura
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01 agosto 2018
Estorsioni per favorire i Casalesi, la Dia del Fvg arresta 7 persone
Gli arrestati sono accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso, per avere costretto professionisti e imprenditori italiani e stranieri, attraverso minacce e intimidazioni a rinunciare a ingenti crediti, per favorire gli interessi del clan camorristico dei Casalesi. Sono in corso, altresì, numerose perquisizioni domiciliari anche a Udine e Trieste
2018 18 dicembre.
L’INDAGINE DELLA DIA DI TRIESTE
Favorivano il clan dei Casalesi con estorsioni, sette arresti: c’è anche il broker Fabio Gaiatto
Professionisti e imprenditori erano costretti a rinunciare ai crediti . Il «Madoff» del Nordest veniva perfino accompagnato dagli uomini legati alla Camorra nei suoi spostamenti
Maxi-operazione contro la camorra: cinquanta arresti...
In azione in Veneto, Friuli e Campania gli uomini del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Trieste e della Squadra Mobile di Venezia
Mafia nel Nordest, c'era un camorrista ai vertici della coop friulana. 13 MARZO 2019
In carcere Paolo Antonio Valeri, dal 2017 vice presidente del Gelso. Voleva realizzare un impianto a biogas anche in Veneto
Luana de Francisco
13 MARZO 2019
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UDINE. Specialista nelle false fatturazioni, nella riscossione dei crediti con modalità estorsive e nell’acquisizione di società decotte destinate a diventare lo schermo per attività illecite. Paolo Antonio Valeri, 55 anni, di Eraclea, rispondeva a tutti i requisiti. E chi lo cercava per entrare in affari con lui, probabilmente, lo sapeva. O quantomeno, conosceva la fama dei suoi amici e protettori: i casalesi.
Camorra, un arresto a Tolmezzo, febbraio 2020
Non è che sta succedendo quello che è successo in Umbria dove con mafiosi nelle carceri...i pasi circostanti si son riempiti dei loro familiari mafiosi?
25 marzo 2021
Traffico internazionale di droga, 'ndranghetista arrestato nell'Udinese
Lavorava in Friuli, ma faceva parte di una cosca che smerciava droga. 17 le persone in carcere. Trovate armi, cocaina e cannabis
https://www.telefriuli.it/cronaca/arrestato-pordenone-esponente-spicco-clan-scalisi-adrano-friuli/2/221727/art/
Luglio 2021
Mafia: esponente di spicco del clan Scalisi di Adrano arrestato in Friuli
Il 58enne, che deve scontare oltre sette anni di carcere, aveva trovato rifugio in un comune della Pedemontana
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