Dice l'anonimo: "mi spiegate come faranno i nostri ragazzi a trovare lavoro se già adesso non lo trovano [...]; ma avete provato a girare per gli ospedali, [...]: si incontra personale ucraino ai call center di accettazione, personale africano nelle varie sezioni di accettazione aspedaliera, personale polacco e romeno [...], personale cinese negli uffici commerciali delle aziende del triveneto, personale slavo e romeno nelle maggiori case di spedizione e autotrasporto e cosi via; attenzione, questo non è razzismo e solo constatazione"
A partire dagli anni '90, nel mondo occidentale, si registró quella che puó essere definita la "polarizzazione del lavoro". Tra gli anni Settanta e Ottanta, l'impiego tra laureati, diplomati e lavoratori che ricoprivano mansioni medie, crebbe piú velocemente che l'impiego nei lavori non qualificati ai margini inferiori del mercato del lavoro. Il trend cambio peró nella decade successiva quando s'é registrato un uso incrementale dell'IT. Le aziende iniziarono ad automatizzare i loro processi e le mansioni piú routinarie, che erano fino ad allora coperte dai lavoratori "medi", furono affidate ai computer. Una parte dei lavoratori "medi" si specializzó e salí all'olimpo dei lavoratori "altamente specializzati". Questo movimento peró non interessó i lavori generici non-qualificati (addetti alle pulizie, braccianti agricoli, manovali e operai non specializzati etc.).
Come risultato, quelle imprese che adottavano l'IT piú in fretta:
- incrementavano la richiesta di lavori piú specializzati (programmatori, tecnici, consulenti ecc)
- buttavano fuori mercato le qualifiche medie
- incrementavano il mercato del lavoro delle qualifiche piú basse (con l'aumentare della produttivitá altri uffici aprivano e c'era bisogno di piú addetti all pulizie e alla logistica)
OK, lunga premessa per dire che la societá friulana degli anni 2010 potrebbe vivere questa stessa polarizzazione con un mercato che richiede sempre piú specializzazione ad alti livelli (neurochirurghi, esperti di telecomunicazioni, specialisti in servizi legali internazionali, fiscalisti e via dicendo) ricoperti da friulani con titoli e conoscenze professionali ben precise. Dall'altro lato una crescita di richieste di personale con basse mansioni generiche (trasportatori, badanti, spazzini, manovali ecc.) sempre piú ricoperto da immigrati che generalmente hanno meno qualifiche, meno apettative di carriera ed anche perché i giovani friulani non hanno voglia di fare questi lavori (vedi grafico sopra).
Ora la magagna sta nel mezzo dove ci sono i giovani nostrani che non trovano lavoro perché, o non sono abbastanza specializzati, o non desiderano fare lavori generici.
L'impressione che gli immigrati portino via lavoro é spesso erronea perché in realtá gli immigrati non competono per un posto da impiegato o geometra ma piuttosto per un posto da badante, addetto alle pulizie o mungitore di mucche nei grandi allevamenti dove i nostri neppure mandano il curriculum.
Come riqualificare chi sta nel "mezzo della forbice" é un problema aperto. Non tutti possono andare a fare i neurochirurghi o direttori di banca: la conseguenza sotto gli occhi di tutti é che esiste una ben documentata emigrazione intellettuale dal Friuli verso altre regioni o verso l'estero controbilanciata da un'immigrazione di manovalanza non qualificata proveniente da nazioni piú povere.
...il dibattito continua.
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Da vedere: Job Polarization in Europe, Maarten Goos, Alan Manning, Anna Salomons, 12 February 2009
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Da vedere: Job Polarization in Europe, Maarten Goos, Alan Manning, Anna Salomons, 12 February 2009
9 commenti:
Secondo studi si capisce che le ore lavorate da chi ricopre mansioni piú specializzate in Italia e nel mondo sono cresciute negli ultimi anni mentre nelle mansioni piú basse sono scese.
voi cosa fareste?
Numero chiuso all'universitá con graduatorie dingresso in base ai voti delle superiori e test d'ingresso. Funziona a medicina, funzionera' per tutto il resto.
d'accordo pero' e' anche vero che emigrano friulani super specializzati e che non c'e' lavoro per tutti i manovali generici che si presentano qua. Se poi si cercano operai specializzati, quelli per capirci che li devi mettere su un tornio a controllo numerico e non semplicemente a scaricale camion, non ne trovi. Il mercato del lavoro é molto imperfetto.
Penso che il discorso valga tantissimo per le donne piú che per gli uomini. Il mercato del lavoro femminile é atrofizzato. le mamme sono costrette a stare a casa perché le offerte di asili nido sono limitate e inevitabilmente i loro posti sono presi da personale immigrato che come dice il commento conosce le lingue magari meglio e si adatta di piú.
chi emigra dunque si trova nella "zona di mezzo"? Cioé non abbastanza specializzato e non troppo generico?
esatto. Pero' la cosa stride con il concetto di "cambiare lavoro piú volte durante il periodo lavorativo. Se si deve cambiare spesso carriera si deve essere flessibili e per essere flessibili non ci si deve specializzare. Quindi che fare? Se ti specializzi rischi di essere inflessibile ai cambiamenti, se non ti specializzi non sei competitivo. Che fare????
qualsiasi cosa fate non lavorate su strada...
Secondo i dati Inail, infatti, nel 2009 il 55% delle morti sul lavoro si è verificato sulla strada nello svolgimento di un’occupazione che richiedeva l’uso di un automezzo o per il raggiungimento del posto di lavoro.
oppure si inventeranno dei corsi di laurea e delle qulificazioni farlocche come ce ne sono tante pur di dare lavoro a chi gestisce i corsi e creare un'economia fittizia fatta di carte bollat e permessi. Tipo l'albo nazionale delle badanti con tariffe minime e esame di stato per fare la badante con corso di larea triennale per badanti e master in bandantaggio. Nell'Italia dei baronati e degli ordini corporativi anti-concorrenza si e' capaci di questo e altro...
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