All’epoca il Friuli, come sempre, era terra di confine e le tensioni dominavano la scena politico-militare tra la Serenissima Republica di Venezia capeggiata qui dai potentissimi nobili Savorgnan ed il Sacro Romano Impero cui andavano le simpatie di molti signorotti locali, in particolare i Della Torre, i Colloredo, i Partistagno, i Frattina e i Gorghi. Queste fazioni vedevano da un lato i “Zamberlani” il cui capo ispiratore era Antonio Savorgnan e dall’altro i filoimperiali “Strumieri” guidati dai Della Torre.
Antonio Savorgnan e le sue cernide alle porte di Udine Savorgnan, che passerá in seguito a sostenere l'Impero, morirá nel 1512 a Villacco in un aguato |
La sommossa, riconosciuta come la piu’ imponente dell’Italia risorgimentale, aveva molteplici cause concomitanti:
- Le carestie e la peste imperversavano
- il trauma del passaggio del Patriarcato a Venezia (nel 1420) che aveva visto ridimensionato il potere del parlamento della Patria del Friuli con sede a Udine
- l’inefficienza del parlamento di Venezia e la secondarietá del Friuli nelle politiche della Serenissima
- la difesa contadina degli antichi diritti e la richiesta di piu’ potere
- le faide tra i casati nobiliari friulani
- la guerra della Lega di Cambrai tra Impero e Serenissima
La jacquerie (la rivolta di popolo) a Udine fu fatta rientrare nel momento in cui Venezia invió 100 cavalieri dalla fortezza di Gradisca ma rivolte e proteste nelle campoagne proseguirono per altri 50 anni.
In generale, le tensioni si perpetuarono nei secoli visto che le diatribe confinarie tra Venezia e l’Impero continueranno fino all'arrivo di Napoleone. Da ricordare, che nella Germania di oggi è ancora conosciuta una canzone, cantata dai soldati tedeschi anche nella prima guerra mondiale, che ricorda il “Sacco di Roma” e la discesa in Italia dei temibili Lanzichenecchi nel 1527. Ebbene, la canzone dei Lanzichenecchi si intitola “Wir Zogen nach Friaul” (venimmo verso il Friuli) a sottolineare ancora che la nostra terra era zona di passaggio e tensione.
E Morsano in tutto questo?
In generale, le tensioni si perpetuarono nei secoli visto che le diatribe confinarie tra Venezia e l’Impero continueranno fino all'arrivo di Napoleone. Da ricordare, che nella Germania di oggi è ancora conosciuta una canzone, cantata dai soldati tedeschi anche nella prima guerra mondiale, che ricorda il “Sacco di Roma” e la discesa in Italia dei temibili Lanzichenecchi nel 1527. Ebbene, la canzone dei Lanzichenecchi si intitola “Wir Zogen nach Friaul” (venimmo verso il Friuli) a sottolineare ancora che la nostra terra era zona di passaggio e tensione.
E Morsano in tutto questo?
Udine, 1511 |
In paese non c’erano castelli da assalire anche perchè, secondo quanto scritto da Don De Anna nel suo “Morsano cenni storici”, le prime notizie di case costruite in muro ricoperto di coppi risalgono al 1502 e di certo non erano dei manieri. Il paese era una libera comunitá rurale, una “vicinia”, retta dall’assemblea dei capi famiglia. Verosimilmente Morsano contava un centinaio di anime. Era circondato da terreni paludosi e, tra un’invasione turca e l’altra, gli abitanti dovevano lottare contro carestie e malaria. Le rivolte della “Zobia Grassa” interessarono di piu’ il Friuli collinare e la zona premontana e qui da noi non si vide nulla.
Di certo c’è che a seguito della guerra della Lega di Cambrai, Morsano e Gonars divennero villaggi di confine.
Wir Zogen nach Friaul. Come direbbe Verdone "un sacco bello" |
Peró solo il 6 aprile 1512 la nuova carta politica del Friuli viene messa nero su bianco sancendo di fatto la proprietá dei territori in base a dove si trovavano le proprie truppe in quella data.
Il che ci fa pensare che il 27 febbraio 1511, in un clima di guerra e di totale incertezza confinaria, a Morsano ci fossero stazionate delle truppe Veneziane mentre a Gonars ci fossero soldati imperiali a sancire lo stato di fatto di un confine che durerá oltre 280 anni (fino al 1797) e la cui testimonianza è offerta dalla lapide confinaria oggi appesa al muro della canonica di Gonars.
Capire dunque cosa significó per Morsano la rivolta contadina della Zobia Grassa è difficile, di certo, con la tensione che c’era tra Impero e Serenissima, lungo il confine con Gonars c’era poco da scherzare.
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Riferimenti
- Sito internet del paese: “La divisione del Friuli tra Venezia e Impero d'Austria: Morsano diventa territorio di confine”
- Furio Bianco, La crudel zobia grassa, Editrice Goriziana, 2010
- Gregorio Amaseo, Historia della crudel zobia grassa et altri nefarii excessi et horrende calamità intervenute in la città di Udine et patria del Friuli del 1511, in «Diarii ... », Venezia 1884
- Wikipedia: "Crudele Giovedí Grasso"
- Facebook: "La crudel Zobia Grassa" - Friuli 1511"
- Messaggero Veneto: “Quel Carnevale di sangue del 1511: Udine oggi rilegge la sua storia”
- Messaggero Veneto: “Gli abiti e i manoscritti dei giorni del massacro"
- Messaggero Veneto: “Zobia grassa, le visioni di Cragnolini"
- Messaggero Veneto: “Mostra e libro su quella rivolta di 500 anni fa"
- Messaggero Veneto: “La Zobia Grassa: un po di storia del nostro Friuli"
- Messaggero Veneto: “Giulietta e un balcone a Brazzacco"
- Messaggero Veneto: “Lucina Savorgnan e Luigi, cioè Giulietta e Romeo"
- Messaggero Veneto: “Storia di Luigi e Lucina Romeo e Giulietta in Friuli"
- Messaggero Veneto: “Sarebbero stati entrambi membri della casata dei Savorgnan, ma di due rami in lotta tra loro"
- Helmut Schittenhelm, Rommel sul fronte italiano nel 1917, wir Zogen nach Friaul, Gaspari Editore
2 commenti:
Bielissim chest post. Un grum ben documentât. Mi é plasût di scuvierzi le cjançon Wir Zogen nach Friaul” (venimmo verso il Friuli) come esempli. Sul fat dai motîfs che si dà ai contadins jo o sares plui riservât parcé che di sigûr lis considerazions di vuê a no son chês di 500 agns indaûr. Daspó se si cjale i rivoluzionaris arabos che a fasin lis lôr manifestazions a si capis subite che al baste cualchi menadôr e ducj a deventin isterics e cence control. Par chest, finalmentri, come i contadins furlans, i arabos e an otignût pôc e nuie. Chel che no mi và masse al é che a si vueli fâ di cheste carnevalade mancjade, une zornade da comemorâ. Ma no sin plui contadins da un piés e chei che lu son, a son di spes i cjastielîrs di vuê. Duncje se a é une vitorie, no viôt ce che i contadins e an vuadagnât e ce che i furlans di vuê e an da vuadagnâ. Chest fat nol é plui impuartant che une invasion todescje o turche, une epidemie o un taremot che di sigûr no festegjarin mai.
Dopo le rivolte an vint i filo-imperiai che an tornat a comandà come prime. Però i contadins (di che volte) an otignut la "assemblea della contadinanza" cioè i an dat un mut par podè esprimi qualchi lor dirit cul parlament venezian.
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