domenica 27 febbraio 2011

Angolo di Storia: 500 anni dalla rivolta contadina della “Crudel Zobia Grassa” del 27 febbraio 1511. A Morsano cosa successe?

Di certo chi ne sa di storia del Friuli o chi semplicemente legge i giornali locali, sa che oggi è l’anniversario della rivolta contadina del 27 febbraio 1511, rivolta che coincise con la festa carnascialesca di giovedi’ grasso (detta zobia grassa nel toscoveneto usato nelle sue cronache da Gregorio Amaseo).

All’epoca il Friuli, come sempre, era terra di confine e le tensioni dominavano la scena politico-militare tra la Serenissima Republica di Venezia capeggiata qui dai potentissimi nobili Savorgnan ed il Sacro Romano Impero cui andavano le simpatie di molti signorotti locali, in particolare i Della Torre, i Colloredo, i Partistagno, i Frattina e i Gorghi. Queste fazioni vedevano da un lato i “Zamberlani” il cui capo ispiratore era Antonio Savorgnan e dall’altro i filoimperiali “Strumieri” guidati dai Della Torre.
Antonio Savorgnan e le sue cernide alle porte di Udine
Savorgnan, che passerá in seguito a sostenere l'Impero,
morirá nel 1512 a Villacco in un aguato
Senonchè, il 27 febbraio 1511, si narra che Antonio Savorgnan avesse messo in giro la voce che mercenari imperiali tedeschi si stavano assembrando a Pradamano pronti a prendere Udine e quindi invadere il Friuli. Al che, le sue cernide (truppe contadine), dopo aver perlustrato la zona di Pradamano (e non aver trovato l’ombra di un lanzichenecco tedesco), una volta rientrate a Udine diedero l’assalto ai palazzi dei casati feudatari filoimperiali mettendone a ferro e fuoco una trentina ed uccidendo forse una cinquantina tra nobili e loro servitori. Avuta notizia dei fatti udinesi, nel Friuli rurale scoppiarono altre sommosse con assalti ai castelli e residenze nobiliari.
La sommossa, riconosciuta come la piu’ imponente dell’Italia risorgimentale, aveva molteplici cause concomitanti:

- Le carestie e la peste imperversavano
- il trauma del passaggio del Patriarcato a Venezia (nel 1420) che aveva visto ridimensionato il potere del parlamento della Patria del Friuli con sede a Udine
- l’inefficienza del parlamento di Venezia e la secondarietá del Friuli nelle politiche della Serenissima
- la difesa contadina degli antichi diritti e la richiesta di piu’ potere
- le faide tra i casati nobiliari friulani
- la guerra della Lega di Cambrai tra Impero e Serenissima


La jacquerie (la rivolta di popolo) a Udine fu fatta rientrare nel momento in cui Venezia invió 100 cavalieri dalla fortezza di Gradisca ma rivolte e proteste nelle campoagne proseguirono per altri 50 anni.

In generale, le tensioni si perpetuarono nei secoli visto che le diatribe confinarie tra Venezia e l’Impero continueranno fino all'arrivo di Napoleone. Da ricordare, che nella Germania di oggi è ancora conosciuta una canzone, cantata dai soldati tedeschi anche nella prima guerra mondiale, che ricorda il “Sacco di Roma” e la discesa in Italia dei temibili Lanzichenecchi nel 1527. Ebbene, la canzone dei Lanzichenecchi si intitola “Wir Zogen nach Friaul” (venimmo verso il Friuli) a sottolineare ancora che la nostra terra era zona di passaggio e tensione.

E Morsano in tutto questo?

Udine, 1511

In paese non c’erano castelli da assalire anche perchè, secondo quanto scritto da Don De Anna nel suo “Morsano cenni storici”, le prime notizie di case costruite in muro ricoperto di coppi risalgono al 1502 e di certo non erano dei manieri. Il paese era una libera comunitá rurale, una “vicinia”, retta dall’assemblea dei capi famiglia. Verosimilmente Morsano contava un centinaio di anime. Era circondato da terreni paludosi e, tra un’invasione turca e l’altra, gli abitanti dovevano lottare contro carestie e malaria. Le rivolte della “Zobia Grassa” interessarono di piu’ il Friuli collinare e la zona premontana e qui da noi non si vide nulla.

Di certo c’è che a seguito della guerra della Lega di Cambrai, Morsano e Gonars divennero villaggi di confine.

Wir Zogen nach Friaul.
Come direbbe Verdone "un sacco bello"
La Guerra della Lega di Cambrai iniziò nel 1508 e si concluse con la divisione del Friuli in due. Venezia dovette accettare e si trovò ad operare per tutto il '500 e i due secoli successivi in una incerta demarcazione dei confini: continue erano le dispute con gli Asburgo, anche perchè la linea di confine era incerta e mal definita, con enclaves imperiali in territorio veneziano e viceversa. In particolare, mentre Morsano era rimasta Veneziana, Gonars, Ontagnano, Fauglis, Castello e vari altri territori della zona attorno a Morsano escono dalla giurisdizione della Serenissima e diventano delle enclaves Arciducali all'interno del territorio di Venezia.

Peró solo il 6 aprile 1512 la nuova carta politica del Friuli viene messa nero su bianco sancendo di fatto la proprietá dei territori in base a dove si trovavano le proprie truppe in quella data.


Il che ci fa pensare che il 27 febbraio 1511, in un clima di guerra e di totale incertezza confinaria, a Morsano ci fossero stazionate delle truppe Veneziane mentre a Gonars ci fossero soldati imperiali a sancire lo stato di fatto di un confine che durerá oltre 280 anni (fino al 1797) e la cui testimonianza è offerta dalla lapide confinaria oggi appesa al muro della canonica di Gonars.


Capire dunque cosa significó per Morsano la rivolta contadina della Zobia Grassa è difficile, di certo, con la tensione che c’era tra Impero e Serenissima, lungo il confine con Gonars c’era poco da scherzare.

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Riferimenti

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bielissim chest post. Un grum ben documentât. Mi é plasût di scuvierzi le cjançon Wir Zogen nach Friaul” (venimmo verso il Friuli) come esempli. Sul fat dai motîfs che si dà ai contadins jo o sares plui riservât parcé che di sigûr lis considerazions di vuê a no son chês di 500 agns indaûr. Daspó se si cjale i rivoluzionaris arabos che a fasin lis lôr manifestazions a si capis subite che al baste cualchi menadôr e ducj a deventin isterics e cence control. Par chest, finalmentri, come i contadins furlans, i arabos e an otignût pôc e nuie. Chel che no mi và masse al é che a si vueli fâ di cheste carnevalade mancjade, une zornade da comemorâ. Ma no sin plui contadins da un piés e chei che lu son, a son di spes i cjastielîrs di vuê. Duncje se a é une vitorie, no viôt ce che i contadins e an vuadagnât e ce che i furlans di vuê e an da vuadagnâ. Chest fat nol é plui impuartant che une invasion todescje o turche, une epidemie o un taremot che di sigûr no festegjarin mai.

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

Dopo le rivolte an vint i filo-imperiai che an tornat a comandà come prime. Però i contadins (di che volte) an otignut la "assemblea della contadinanza" cioè i an dat un mut par podè esprimi qualchi lor dirit cul parlament venezian.

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