Castello di Udine, giá sede della contadinanza |
Anniversario dell'Unitá e si discute: i Friulani l'annessione al Regno d'Italia la volevano o no?
Pensate alla storia di Gonars: si possono scrivere 10 libri sul suo periodo medievale, 50 libri sul suo periodo sotto l'Austria, 20 libri sulla sua preistoria e semplicemente non scrivere alcunché sull'ex campo di prigionia. Cosí, il caso del campo di prigionia, cogli anni, sarebbe caduto nel dimenticatoio se una ricercatrice non avesse scritto qualcosa in merito. Immaginate ora quante cose la storiografia ufficiale puó nascondere per servire uno scopo piú o meno dichiarato.
Proprio non raccontando un evento o un suo aspeto chiave, si altera la percezione delle vicende storiche forse piú del raccontarlo con partigianeria (modello "la storia la fanno i vincitori"). In Croazia, ad esempio, non esiste nessun libro sulla storia dei croati nella prima guerra mondiale; eppure furono loro e gli sloveni, a combattere sul fronte dell'Isonzo (perché motivati dalla difesa delle loro terre poco distanti dal fronte). Perché il popolo croato si concede questa lacuna? Boh!
Cosí, anche oggi, l'opinione pubblica, sia attorno al bancone del Bar Sport, che nella Sala Blu della Scuola Superiore Sant'Anna, é divisa tra chi ritiene che la popolazione del Friuli del 1866 fosse largamente favorevole all'annessione al Regno d'Italia e chi ritiene esattamente il contrario.
Chi ha ragione?
Si sa per certo che nelle fila dell'esercito austriaco e della marina imperiale nel 1866 c'erano anche coscritti Veneti e Friulani contrapposti a soldati Piemontesi, Lombardi e rincalzi meridionali dell'ex esercito borbonico. L'esercito imperiale austriaco, con dentro Veneti e Friulani vinse tutte le battaglie (Custoza, Lissa) tranne quelle contro Garibaldi (Bezzecca).
Domanda: quanti friulani disertarono piuttosto che combattere contro i "fratelli" Piemontesi?
Risposta... Boh! Qualcuno ha fatto ricerche in merito? Se si, dateci indicazioni che le segnaliamo, se no... perché no? Sarebbe un dato importante per capire lo spirito del popolo che stava facendo la leva.
Poi qualcuno sottolinea come la piccola borghesia friulana fosse ampiamente a favore dell'annessione al Regno d'Italia. Assolutamente vero e documentato da piú studiosi. Peró quanto numerosa era la piccola borghesia? Quanto puó essere indicata come una significativa rappresentanza del sentire del popolo friulano dell'epoca? Diciamolo: era minoritaria e lo era pure ampiamente, per lo piú concentrata nelle cittá o cittadine (come Palmanova che infatti giá nel 1848 si era ribellata agli austriaci).
Domanda: la maggioranza della popolazione, che era composta da contadini analfabeti e poverissimi (i famosi "sotans"), stava zitta e buona per paura del gendarme austriaco ma sotto-sotto covava un sentimento anti-austriaco oppure, era completamente indifferente alla questione perché tanto il tedesco non lo capiva e l'italiano neppure (perché parlava friulano) e si trattava solo di cambiare padrone?
Risposta: c'é il sospetto che dipenda dal punto che si vuole dimostrare: e spesso la discussione storica si butta dritta dritta in politica.
- Non sei Nordista? Allora bisogna dargli ai Nordisti e dimostrare che le spinte indipendentiste o autonomiste di oggi non hanno fondamento storico perché gli avi del popoloVeneto-Friulano avevano solo l'Italia nel cuore e ad essa volevano unirsi.
- Se si é Nordisti, si stava bene solo sotto la Serenissima, o anche sotto l'Austria e il plebiscito per l'annessione al Regno d'Italia fu una truffa (600.000 "SI" e solo 69 "NO" - con urne separate per i "SI" e per i "NO" e schede diverse che ne facevano un voto palese) e i Veneto-Friulani furono conquistati con l'inganno (visto che la cessione del Veneto-Friuli alla Francia (che poi la giró ai Savoia), fu firmata dall'Austria il 19 ottobre 1866 mentre il plebiscito si tenne il 22-23 ottobre!!!). Poi l'Italia portó solo miseria e emigrazione.
Insomma, quando si parla di storia, é il bilanciamento tra quello che si decide di raccontare e soprattutto, non raccontare, che fa la differenza.
Peró, grazie al nostro DNA storico, a noi friulani riesce facile andare alle conferenze di questo o quel professore che ci illustra le vicende d'un tempo e poi uscire dalla sala convinti che a prescindere da quello che ci raccontano, il Friuli ed i suoi abitanti, ci hanno sempre rimesso...
"Sappá", "Hacken" o "Zappare"? La differenza é fondamentale? |
Il Patriarcato era retto da Tedeschi e Lussemburghesi. E il popolo a zappare (e pregare). La Repubblica Serenissima di Venesia ci disprezzava (per loro, navigatori, eravamo semplicemente gente di terraferma, gente di seconda classe) e non ci ha mai difeso dalle invasioni turche, anzi, si sono costruiti Palmanova per chiudersi dentro quando gli ottomani arrivavano. E il popolo a zappare (coi turchi nel collo e sentirsi pure preso per i fondelli "el doxe Manin dal core picinin, l'è streto de man, l'è un furlan"). Napoleone, con buona pace di Foscolo, ci ha ceduti all'Austria in cambio del Belgio. E il popolo a zappare (e a imprecare contro i francesi che depredavano le chiese). L'Austria faceva arrabbiare la piccola borghesia di Palmanova e Udine. E il popolo a zappare (forse che si, forse che no?). Il Regno d'Italia nel 1915 ha mandato i Friulani di qua a "conquistare" i Friulani di lá facendo cosí devastare tutta la regione da Caporetto in giú. E il popolo a zappare (e morire in trincea). Il Duce impedisce di parlare friulano anni prima che Mike Bongiorno ci insegnasse l'Italiano. E il popolo a zappare (bestemmiando in italiano). I Nazisti decidono di regalare questa "terra dei fiumi" ai Cosacchi (pensa che simpatica bomba etnica sarebbe stata). E il popolo a zappare (per la Todt). Per Tito e per i suoi simpatizzanti italiani, eravamo Jugoslavia fino al Tagliamento. E il popolo zappava (imparando a dire "dobro" o nascondendo il moschetto sotto qualche Gladio). Dalla fondazione della Repubblica Italiana, con solo il 2% della popolazione nazionale e per di piú con carattere tipicamente schivo, s'é avuta poca Fortuna (Loris) nell'esprimere rappresentanti politici di spessore nazionale e si aspetta il laziale di turno affinché ci diriga. E il popolo a zappare (polemizzando, ma sempre zappando).
Siamo piccoli e da soli non contiamo nulla e non saremmo mai contati nulla fossimo rimasti soli. Giá ora l'Italia a livello internazionale non conta nulla (potremmo dire "poco" se fossimo politically correct), figurarsi quanto conterebbe il Friuli da solo. Peró questo non toglie che si possa guardare alla storia per capire molti dei caratteri locali.
Che certe scelte siano state subite in silenzio perché cosí é e cosí sempre sará?
Di certo dietro ogni argomento c'é un esperto che "ne sa di piú" ed é capibile che sia cosí. Tuttavia, nella modestia del nostro bar, in attesa che qualcuno risponda in maniera onesta alla domanda posta nel titolo di questo post, una certezza incontrovertibile ce l'abbiamo: comunque vada, chiunque diriga la baracca, noi, popolo friulano, siamo sempre con la zappa in mano pronti a dire il fatidico..."comandi".
...e la zappatura (sui piedi) continua
13 commenti:
La Chiesa nei nostri territori al tempo del Risorgimento
Relatore: Cristiano Donato
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Biel l'articul sule glêsie furlane di chei timps. Un tic masse penç par tignî dut a ment. O riten il plui impuartant: Che in chê vôlte a Udin a 'nd ere 2000 plevans! Robis da mats. Mats di Diu, of course:-)
Daspó, al dí di vuê chi sin plui europeans che talians, il tricolôr al ven fûr 150 voltis miôr dopo di une partide di balon che dopo 150 agns de unitât.
Propongo "Spritz Radioactivity: possono le emissioni radioattive Nippo raggiungere il nostro Comune?". A parte gli scherzi, sarebbe interessante capire se la radioattività sprigionata in Giappone possa trasformarsi in nube radioattiva e raggiungere l'Europa. Già ci siamo beccati la merda di Chernobyl, sarebbe interessante sapere se qualcuno ha previsto chi ne farebbe le spese nel caso in cui a Fukushima si verificasse una seconda Chernobyl. Cercando qua e là in internet non si trovano indicazioni... al bar qualche esperto ha fatto previsioni?
Secondo alcuni (compreso qualche morsanese e castionese) è inutile riconoscersi nel 150° dell'Unità d'Italia e nel 17 marzo 1861 visto che il Friuli partecipa all'Italia unita qualche anno dopo il 1861 e che Trieste è italiana solo dopo la seconda guerra mondiale, in base agli accordi internazionali. C’è da domandarsi, piuttosto, se le migliaia di ragazzi, poveri ed analfabeti, provenienti da ogni parte d'Italia che sono venuti qui da noi tra il’16 e il ’18 a morire per difendere il "confine", si sono chiesti dov'era il Friuli nel '61; oppure, se il Parlamento (democristiani e comunisti compresi) nel 1951 si è chiesto del passato di Udine e di Gorizia quando ha assegnato la Specialità al Friuli Venezia Giulia con la legge costituzionale del gennaio 1963 o, invece, si è posto il problema di come svolgere una più alta funzione geo-politica; c’è da domandarsi, poi, se il Paese intero, nel 1976, si è fermato a riflettere sulla discrasia temporale dell'appartenenza del Friuli all'Italia o, invece, si è messo all’opera investendo (doverosamente) nella ricostruzione del Friuli terremotato risorse per una valore di 3 finanziarie nazionali. Questi non sono tre atti occasionali che ci hanno coinvolto per caso condizionando la nostra storia; sono parti costitutive del Paese e del rapporto stretto che si è stabilito tra il Friuli e l’Italia. Tralascio di dire sullo spirito risorgimentale che ha coinvolto in Friuli (o meglio le elites e le culture più avvedute) prima del 1861 e sulle "camicie rosse" friulane che hanno partecipato alla spedizione dei Mille, anche assumendo ruoli importanti. Mauri.
Mauri, non sollevare argomenti troppo "altolocati". Guerra... Geopolitica... Specialità... ooooooooou!!! Qua si fanno solo chiacchiere da bar. Troniamo a noi: verso il fine settimana ci vorrebbe un post o sulla gnocca o sulle sagre. Cosa bolle in pentola??
" Tralascio di dire sullo spirito risorgimentale che ha coinvolto in Friuli (o meglio le elites e le culture più avvedute) prima del 1861 e sulle "camicie rosse" friulane che hanno partecipato alla spedizione dei Mille, anche assumendo ruoli importanti "
Eh no! Il punto è questo, il resto sono, per quanto interessanti, divagazioni. Stiamo sul punto, quanti erano i "Garibaldini" friulani? Chi erano (ufficiali borghesi o contadini soldati)? Erano rappresentativi della maggioranza del popolo o una minoranza? Parliamone
La grande guerra non fu una guerra di difesa! Il Regno d'Italia attaccò l'Austria. Che difesa dei confini! Si trattò di conquista del Sacro Egoismo...
però è vero, di politici di livello nazionale mai visto uno! La Sardegna ha avuto presidenti di repubblica ee oggi ha figure di spicco, noi chi abbiamo???
interessante il discorso dei soldati friulani nell'esercito austriaco. Chissà se c'erano più garibaldini friulani che coscritti friulani nell'austria. Si ha qualche dato? A me sembra una vera e propria guerra civile più che una guerra a senso unico.
Ooooouuu! Abbiamo un senatore di Gris! La figura di spicco...! ;-)
blogger, il post è decisamente troppo lungo e ha troppi spunti di riflessione. Alcuni discutibili, altri accettabili e comunque irrisolti. Dovreste spezzettare il post! Sul discorso del terremoto, sarà pure vero che l^italia ha contribuito alla ricostruzione del friuli finanziariamente e mettendo a disposizione un pool di politici onesti e bravi (Benigno Zaccagnini in primis). Però quante finanziarie abbiamo pagato per aiutare altre regioni d'Italia senza vedere i risultati che si sono visti da noi? Al di la di questo, il 15/18 con la distruzione delle case e dell'agricoltura e industria del friuli ce lo ha regalato l'Italia con le sue smanie espansionistiche. Ci ha reso la regione un campo di battaglia e deportazione. I 100.000 morti a Redipuglia e le altre centinaia di migliaia in tutto il fronte dell'Isonzo, testimoniano che altro che terremoto del 76! Qua di pene ai nostri nonni e bisnonni, il Regno d'Italia ne ha fatte passare!
La "specialità" già ce l'avevamo sotto l'Austria al pari di tutte le zone dell'impero, il Friuli aveva i suoi rappresentanti in parlamento a Vienna. Se Trento aveva il deputato socialista (ed irredentista) Cesare Battisti, noi avevamo mons. Faidutti (ed altri parlamentari) che ancora oggi è ricordato come un modernizzatore nella zona di Cormons.
Sul terremoto, sono certo che se fossimo stati sotto l'Austria, l'Austria avrebbe stanziato dei fondi per la ricostruzione conscia del fatto che la tempra del popolo friulano e la sua onestà ne avrebbero fatto buon uso e non come è successo in altri terremoti in Italia che stiamo ancora pagando e non hanno ricostruito nulla!
Concordo con un commento precedente che la prima guerra mondiale, guerra di agressione all'Austria (che fino a pochi mesi prima era nostra alleata) per avere Trento e Trieste poteva essere evitata perchè l'Austria stessa aveva promesso le due città in cambio della neutralità italiana. Fu l'egoismo dell'Italia, o di una minoranza della sua classe dirigente, a devastare il Friuli divenuto suo malgrado fronte di guerra. Quindi non abbiamo debiti con nessuno noi friulani. Abbiamo già dato!
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