lunedì 21 marzo 2011

Numeri Utili: la vita nel 1861, anno simbolo dell'Unità d'Italia

Il Regno d'Italia nel 1861
Tra il 1878 ed il 1880, il parlamento del Regno d'Italia istituì una commissione d'inchiesta presieduta dal senatore conte Stefano Jacini, per analizzare la condizione di vita degli abitanti della neonata nazione. 

"L'inchiesta agraria e sulle condizioni della classe agricola in Italia" è passata alla storia come "Inchiesta Jacini" ed in Veneto/Friuli vide la collaborazione del senatore padovano Emilio Morpurgo. 

Il sen. conte Stefano Jacini
Se si volesse capire la condizione di pressante povertà in cui versava la popolazione nazionale e le sue variazioni regionali, si consiglia la consultazione dei libroni dell'Inchiesta presso la biblioteca comunale di Udine.

Tuttavia, sebbene leggendo l'Inchiesta Jacini si coglie l'impatto della povertà, i  dati sono tutti in Lire del Regno e con difficoltà ci fanno capire cosa passasse la gente. Così, ci viene in soccorso l'ISTAT con i dati del 1861 presentati a Radio 24 nel contesto della trasmissione "Focus Economia" (150° Unità d'Italia: come eravamo, come siamo) normalizzati in valori reali (al netto dell'inflazione) ovvero in Euro del 2011.

Ebbene, nel 1861:
- Il consumo medio procapite era 251 lire piemontesi all'anno ovvero 1.123 euro attuali all'anno. L'Italiano medio doveva vivere con 3 euro (in valori attuali) al giorno, cioè 93 euro al mese. Per capirci, è come se oggi, ci toccasse vivere con soli 3 euro al giorno con il costo della vita attuale: una condizione di povertà assoluta.
- Nel Meridione la cifra scende ad addirittura meno di 2 euro (odierni) a testa
- Due terzi della spesa va negli alimentari. Una sola volta alla settimana si mangia carne ed i legumi e frutta due volte a settimana.
- I soldi che restano vanno in affitto, carbone, olio per le lampade e nulla rimane per gli imprevisti
- Il reddito medio valeva il 50% del reddito Britannico ed il 75% di quello Francese
- La produzione di acciaio era circa lo 0.4% di quella della Gran Bretagna
- La produttività del lavoro era circa un terzo di quella Britannica
- La speranza di vita era circa 30 anni
- Mortalità infantile nel primo anno di vita del 290 per mille (oggi è una media da paesi africani degradati)
- Circa del 30% degli italiani aveva a disposizione meno di 2.000 calorie al giorno (in pratica abbondantemente sottonutriti considerato che facevano lavori manuali)
- Nel 1877 il 70% delle persone che si sposavano non sapevano scrivere (nel Novecento scende al 40%, nel 1940 al 5%)
- Nel 1861 il divario tra Nord e Sud esiste ma è contenuto (al Sud il PIL procapite è del 10% più basso che al Nord)
- A Napoli una famiglia di 4 persone viveva con 240 euro mensili in media (in valori di oggi). 140 euro se ne andavano nel cibo.
- Le tasse al Sud erano più basse, 16 lire a testa di tasse contro le 24 lire del Regno Sabaudo
- La spesa per l'istruzione era 4 volte maggiore nel Regno Sabaudo che nel Regno delle Due Sicilie
- L'Italia unendosi diventò una delle maggiori nazioni economiche al mondo (nonostante tutto). Solo i paesi piccoli che avevano degli export (Olanda, Belgio) riuscirono a sopravvivere altrimenti sarebbero rimasti bloccati in un'agricoltura di sussistenza com'era quella di molte zone d'Italia. Lo Stato nazionale creò un grande mercato interno.

Secondo Mark Thompson ("The White War"):
- Nel 1910: , l'Italia aveva 35 milioni di abitanti (Russia 170, Germania 68, Austria-Ungheria 52, Gran Bretagna 46 e Francia 40)
- Sempre in epoca Giolittiana, il ceto medio era molto piccolo a circa il 5% della popolazione. Il 40% della popolazione lavorava la terra dove 9 milioni erano meri contadini dipendenti di proprietari terrieri. Il 18% lavorava nell'industria
- Nel 1866 per la campagna in Trentino, Garibaldi aveva 20.000 volontari (anche se gli storici sembrano concordare che in realtà fossero 10.000) male armati e mal equipaggiati che secondo i servizi segreti austro-ungarici erano per lo più adolescenti senza esperienza militare. Di fronte a se, aveva 16.000 austriaci.
- Per la Terza Guerra d'Indipendenza del 1866, il Regno Sabaudo aveva 200.000 uomini, 370 cannoni contro il fronte Austro-Ungarico di 75.000 uomini e 137 cannoni (le truppe austriache erano anche impegnate nella guerra contro la Prussia)
- Nella battaglia (persa dall'Italia) a Custoza, le perdite italiane furono di "solo" 726 uomini. Molti meno dei caduti dell'Austria
In definitiva, solo dopo la Seconda Guerra Mondiale l'Italia esce dalla condizione di arretratezza cronica: dagli anni Sessanta si inizia a vedere crescite di reddito procapite che l'affrancano dalla condizione di atavica povertà.

Famiglia di contadini friulani nel 1915 (si notano i soldati nel retro).
Che differenze ci saranno state con i contadini del 1866
(dopo 49 anni di annessione al Regno d'Italia)?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Una cosa è interessante: interpolando i dati si capisce che la maggiorparte dei volontari di Garibaldi erano presumibilmente adolescenti e che la speranza di vita era solo di 30 anni. Non è che la maggiorparte dei volontari di Garibaldi fossero degli orfani? Se i padri e madri morivano a 30 anni, a 10-12 anni c'era il rischio di essere già orfani. Fare le rivoluzioni con soldati che non hanno nulla da perdere forse è più facile e per questo Garibaldi vinceva le battaglie?

Vitellozzo Silverdeschi Vantelli della Calastorta ha detto...

sull'Economist c'e' un video graphics sull'unitá d'Italia. Si consiglia la visione.

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