Si discuteva l'altro giorno in osteria delle politiche sull'immigrazione. Come sempre l'atmosfera si è riscaldata quando i moderati hanno proposto il napalm per risolvere la questione sbarchi mentre gli estremisti proponevano, beh, non importa.
C'è stato poi chi ha ricordato quello che si ricorda sempre in questi casi e cioè che anche i Friulani (e gli Italiani in genere) un tempo andavano in giro per il mondo con la valigia di cartone e bisogna essere accoglienti anche in funzione della nostra storia di emigrazione.
Poi qualcuno ha obiettato che c'è da distinguere tra chi arriva per chiedere asilo (che magari lo merita) e chi è semplicemente un migrante economico senza qualifiche che non è possibile accettare. Poi si discute del CIE di Gradisca e via dicendo.
Insomma, solite discussioni dove tutte le posizioni sono scontate e già sentite prima. Ma arriva l'illuminazione dal solito corrispondente estero. Ci sono nazioni dalle quali si può imparare a gestire l'emigrazione ed una di queste è la Gran Bretagna.
Coda all'ambasciata inglese: per favore in ordine di investimento. I 10 milioni qui in fronte gli altri a seguire |
Con tutti i problemi che ha al momento il medioriente petrolifero e il dramma di dover lasciare in fretta e furia l'amato deserto natio, questa è sicuramente una boccata d'ossigeno per tutti quelli che guardano alle coste dell'Europa per farsi un futuro dignitoso in una società equa, libera e dove le banche garantiscano la discrezione che purtroppo manca in molti paesi martoriati da conflitti e oppressione.
Come sempre, basta poco per risolvere le questioni difficili. Ora si tratta di far conoscere questa norma a Lampedusa e preparare voli charter per Londra.
Altro che ONU, a risolvere i problemi ci pensa il Bar Sport (e David Cameron)!
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